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ERIKA BEZZO - Un coach al servizio degli expat

Erika Bezzo, titolare di ChangeXperience, è coach strategico e interculturale con certificazione ICF (International Coach Federation), specializzata nell’accompagnamento di chi lascia il proprio Paese per iniziare una nuova avventura all’estero. I suoi dodici anni di esperienza come manager nel marketing e comunicazione l’hanno portata a vivere e lavorare in Italia, Germania, Francia e Spagna. Tiene sessioni di coaching in italiano, spagnolo, francese, tedesco e inglese.

Qual è, esattamente, il ruolo del coach? 

Immagina di aver un incubo durante il sonno. Sei intrappolata in una realtà da cui non riesci a uscire, stai male, cerchi una soluzione ma non la trovi, cresce il malessere, corri, ti dimeni nel tentativo di porre fine a quella situazione angosciosa, ma nulla, non ce la fai. All’improvviso qualcuno ti sveglia e ti trovi in una nuova realtà, che ti permette di osservare dall’esterno, da una nuova prospettiva, la “realtà incubo” che ti sembrava senza uscita. Il Coach è colui che ti “sveglia”, portandoti a esplorare la realtà da una nuova prospettiva, dalla quale scopri strade, cammini e soluzioni prima non visibili. E ti accompagna in questo percorso di scoperta fino a quando arrivi all’obiettivo.  

In che modo svolgi la tua attività?

Con i miei clienti privati, che vivono un po’ ovunque nel mondo: le sessioni sono soprattutto online. Con le aziende, vado in genere presso il cliente, per formazioni e/o coaching individuale o di gruppo.

Quanto ti è servita la tua precedente esperienza lavorativa per diventare coach e formatrice professionale?

La mia esperienza in azienda è stata fondamentale. Quando i tuoi clienti sono manager, imprenditori, liberi professionisti o impiegati che ogni giorno hanno a che fare con una struttura organizzativa, relazioni gerarchiche, giochi di potere… aver vissuto la vita d’azienda ti permette di capire da vicino di cosa parlano.

Il fatto di aver vissuto in diversi Paesi, ti è stato d’aiuto? 

Traslocare in media ogni tre anni ti porta a vivere un cambiamento continuo e costante in maniera esponenziale. L’espatrio è l’unico evento della vita che ti porta ad affrontare così tante sfide e cambiamenti contemporaneamente: lavoro, lingua, paese, cultura, amici, colleghi. Nel mio caso il primo trasferimento è anche coinciso con il matrimonio. La vita da expat è un’esperienza tanto entusiasmante quanto destabilizzante: quando accompagno i miei clienti so esattamente cosa stanno vivendo perché l’ho provato sulla mie pelle, più volte. E loro lo sentono. Una volta una manager francese di una grossa multinazionale tedesca mi disse: “Ho scelto te come coach perché sei donna, straniera, sai cosa vuol dire lavorare in questo paese (ndr Germania) e parli la mia lingua”.

Come hai affrontato gli inevitabili cambiamenti che accompagnano ogni trasloco? 

La prima volta, con la beata incoscienza di una ragazza di 27 anni. In seguito, con maggior consapevolezza, grande curiosità, voglia di scoprire e di imparare nuove lingue e nuove culture, ma anche con organizzazione, determinazione e caparbietà.

Cosa hai portato via dai luoghi in cui hai vissuto?

Dalla Germania l’essenzialità del contenuto, dalla Francia il valore della forma, dalla Spagna il pregio della leggerezza, nel senso positivo del termine. Gli spagnoli hanno il grande pregio di saper sorridere anche nelle difficoltà; è una grande forza.

Uno degli aspetti più importanti del tuo lavoro è proprio quello interculturale. Cosa ti ha spinto in questa direzione?

Appena arrivi in un nuovo paese, non ne conosci la cultura, i valori, le usanze. Continui quindi a comportarti come faresti nel tuo Paese di origine. Ne nascono fraintendimenti che ti generano rabbia e frustrazione. Se qualcuno ti fornisce le chiavi per interpretare i comportamenti altrui nel Paese di accoglienza, la tua capacità di adattamento al nuovo contesto culturale è molto più rapida. Il desidero di aiutare le persone a sentirsi a proprio agio e a trovare rapidamente il proprio nuovo equilibrio è ciò che mi ha spinta a mettere al servizio degli altri ciò che ho imparato in questi anni da expat, oltre ai miei studi interculturali.

Nel 2014 hai fondato Italia Altrove. Qual è lo scopo dell’associazione?

Non ne potevo più di sentire: “Ah, sei italiana? Pizza, mafia e mandolino…”. Sono scattati l’orgoglio e la voglia di promuovere il meglio del Paese, di comunicare un’immagine diversa dell’Italia. L’Associazione, attraverso l’arte, la letteratura, la musica, il teatro e in generale il talento italiano, si propone di esportare una delle migliori versioni del nostro paese.

Che tipo di attività organizzate?

Invitiamo autori italiani contemporanei a presentare i loro libri, organizziamo eventi musicali e teatrali, abbiamo un club di lettura che si riunisce mensilmente per discutere un libro di un autore italiano contemporaneo.

Riesci a conciliare tutti questi impegni e a ricavare un po’ di spazio per il tuo tempo libero? Quali sono i tuoi interessi?

Beh, la famiglia è una priorità. Dopo la nascita della seconda figlia ho lasciato il mondo aziendale e sono passata alla libera professione per poter gestire il mio tempo in modo più flessibile. Come tutti, sono alla costante ricerca del giusto equilibrio tra vita privata e vita professionale: le tecniche che uso con i miei clienti le applico in primo luogo a me stessa. Quando parto sto via anche una settimana intera, ma quando sono a casa cerco di essere molto presente. Gran parte del mio tempo libero lo dedico al volontariato attraverso Italia Altrove. Il resto lo dedico alla lettura (sono una lettrice compulsiva) e allo sport. Le mie due ore di pilates alla settimana sono irrinunciabili. Quando ero in Germania, oltre al pilates, facevo jogging nel bosco vicino a casa. Da quando sono a Madrid non sono ancora riuscita a riprendere questa routine in modo stabile, mi mancano molto sia il bosco che le mie compagne di jogging, ma ci sto lavorando. Anche questo fa parte del costante adattamento della vita da expat!

Per informazioni:

www.changexperience.com

Immagini per gentile concessione di Erika Bezzo