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BOGOTÁ - La fiera internazionale del caffè, tra modelle ed ex guerriglieri

Bogotá. Si è conclusa domenica 20 ottobre la dodicesima fiera internazionale del caffè nella capitale colombiana.

Con una produzione di 13,6 milioni di sacchi da 60 kg. la Colombia si colloca al terzo posto nella speciale classifica mondiale del caffè, alle spalle di Brasile e Vietnam.

Lo stand che subito cattura la nostra attenzione è quello dove compeggiano le insegne dell’agenzia statale per la reincorporazione alla vita civile degli ex guerriglieri delle FARC. Nel piccolo stand, tra uno squisito aroma di caffè sprigionato da decine e decine di pacchi, incontriamo Juliana Ochoa, 28 anni. Sta allattando la figlioletta di due: è una ragazza madre come molte nel paese andino. Arriva dalla località dell’Oso nel municipio di Planada, dipartimento del Tolima.

Che grandezza ha la vostra azienda?

“Sono appena due ettari all’interno del campo che il Governo ha deciso di darci. Siamo circa ottanta ex combattenti: facevamo parte del fronte 21 delle FARC agli ordini del comandante Wilson, ucciso in combattimento dall’esercito”.

Juliana entró a sedici anni nella guerriglia per convinzione ideologica, come lei stessa tiene a precisare. Percepisce l’equivalente di 200 euro mensili previsti dagli accordi di pace.

Come si vive nel campo?

“Sono tutte case con cinque camere condivise da tre famiglie. Qui vivono circa 60 bambini e non c’è un solo pediatra che li segua”.

È felice di essere tornata alla vita civile?

“Dopo dieci anni di guerriglia ero stanca e desiderosa di cambiare vita. Spero che le cose nel campo deve viviamo migliorino. Il Governo non ha ottemperato a molti degli accordi presi, la vita è dura ma io ho speranza per me e mia figlia”.

Juliana Ochoa e la sua bambina. Immagine: Antonello Caponera

Tra i padiglioni del quartiere fieristico sentiamo parlare italiano: si tratta di Laura e Roberto, una coppia di giovani che con nostra meraviglia scopriamo essere del frusinate. Non commercianti o possibili importatori, ma semplici visitatori.

Ci dice Laura: “non pensavamo che la Colombia oltre alle bellezze naturali potesse offrire una kermesse tanto spettacolare”.

In effetti i numeri sono straordinari, come evidenzia il presidente della federazione nazionale dei cafeteros (FNC), Roberto Vélez Vallejo:

“Lo scorso anno la produzione è aumentata del 6 per cento; anche le vendite hanno avuto un impennata, solo una leggera contrazione del prezzo internazionale ha impedito al nostro paese di fare una performance eccezionale che, va detto, rimane più che buona”.

Roberto Vélez Vallejo, presidente FNC

Torniamo alla fiera: più di 100 espositori su 6000 metri quadrati dove, oltre ad assaporare, degustare ed inebriarsi infine con una miriade di differenti qualità di caffè a noi italiani, ahimé, sconosciute, si sono potuti ammirare spettacoli in puro stile tropicale.

Un discorso a parte meritano i tostatori del prezioso seme: si sono misurati in un vero e propio campionato, con tanto di assegnazioni di premio finale per chi riusciva a presentare il prodotto migliore.

Non sono mancati convegni vari con esperti del settore chimico, scientifico e tecnologico, soprattutto per ciò che riguarda la raccolta e la commercializzazione del prodotto.

Accanto a veri e propri colossi della produzione caffettera si sono cimentati piccoli produttori che in zone anche difficili, fino a qualche tempo fa in mano a gruppi guerriglieri, sono riusciti a riscattare le terre dal conflitto armato ed hanno aperto le loro piccole “fincas”, ossia fattorie.

Uno dei cafeteros della fiera

Queste non superano i 4 ettari, da cui si ricavano in media 7-8000 piante di caffè: come è il caso di Lucas, che ha la propria piantagione a Paime, piccola localitá a 170 km. a nord di Bogotá.

“Lo scorso anno siamo riusciti a produrre 4 tonnellate di caffè. La nostra forza è rappresentata dall’unione di ben 430 piccoli produttori in cooperativa che moltiplicano la nostra competitività sul mercato”.

Roberto, il ragazzo di Laura, prima di andar via vuole farsi fotografare con le reginette del caffè: si tratta di vere e proprie modelle che partecipano ai vari concorsi di bellezza all’interno dell’evento.

La Colombia odierna è anche questo: da un lato ex guerriglieri con il loro dramma, dall’altro giovani desiderose e felici di apparire in una kermesse tanto attesa.

In copertina: pianta di caffè colombiano