CINQUE TERRE – Tra colori, profumi e poesia

CINQUE TERRE – Tra colori, profumi e poesia

Dopo la visita a Portofino di qualche mese fa, torno ad immergermi tra i colori della Liguria, una terra dove la montagna profuma di mare, l’odore del basilico ti rapisce e i borghi variopinti sembrano sfiorare il cielo, portandoti ancora più su.

L’area definita come Cinque Terre è un insieme di paesini mozzafiato collegati da sentieri a picco sul mare, dove la natura è sempre stata assecondata e rispettata senza essere in alcun modo manomessa o stralciata dall’uomo. Nel 1997 l’Unesco l’ha dichiarata Patrimonio dell’Umanità, definendola: “un paesaggio culturale di valore eccezionale che rappresenta l'armoniosa interazione stabilitasi tra l'uomo e la natura…”.

Qui, i borghi si adeguano alle rocce a picco sul mare, i vigneti rispettano gli antichi sentieri di montagna e le persone custodiscono i segreti e misteri di queste perle incastonate in un paesaggio incantevole.

Armato di scarpe da trekking, borraccia e macchina fotografica, inizio quindi il mio viaggio alla scoperta delle Cinque Terre.

Il territorio si estende in un tratto di riviera ligure di levante (nella provincia di La Spezia) tra Punta Mesco e Punta di Montenero, in cinque località indicate nel mio viaggio da ovest verso est: Monterosso al Mare, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore. Le terre sono cinque ma i comuni sono soltanto tre: Monterosso, Vernazza e Riomaggiore, mentre Corniglia e Manarola sono due piccole frazioni, rispettivamente di Vernazza e di Riomaggiore. 

MONTEROSSO AL MARE

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La terra più popolosa, nonché quella più facilmente raggiungibile, è Monterosso al Mare, incastonata in un piccolo golfo naturale e corteggiata da grossi scogli protettivi e quasi intimidanti. Il borgo fu molto conteso in epoca medioevale da diverse famiglie e si legò alla Repubblica di Genova.

I colori, qui, prendono il sopravvento, e mi trasportano in un mondo diverso: un mondo che porta a dipingere e a scrivere poesie. Questa magica atmosfera ispirò, infatti, Eugenio Montale a comporre alcuni dei suoi lavori più famosi. Pur vivendo a Genova, il poeta qui era di casa, visto che la sua famiglia era originaria proprio di questi luoghi.

«(..) per miracolo tace la guerra, 
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza 
ed è l’odore dei limoni (..)».

Così, nel 1921, Montale celebrava ne I Limoni la sua Monterosso. Tuttavia, i suoi versi più conosciuti sono, probabilmente, quelli di un altro componimento tratto da Ossi di Seppia, la sua prima raccolta e quella in assoluto più rappresentativa:

«Meriggiare pallido e assorto
Presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi (..)».

Tra i “muri d’orto” di Monterosso al Mare, presso una villa da lui chiamata affettuosamente “la pagoda giallognola”, il poeta vincitore nel 1975 del premio Nobel per la letteratura trascorreva le sue vacanze e proprio in questo luogo tra il mare, gli scogli e gli orti terrazzati, nacquero molti dei suoi versi più belli.

Con la mente ancora colma di poesia, passeggiando tra il borgo invaso dai turisti noto una particolare chiesa a marmi alternati di origine barocca: L’Oratorio Mortis et Orationis, o Oratorio dei Neri, che contiene al suo interno uno splendido organo ottocentesco. L’antico castello mi osserva insieme a un mare spumeggiante, mentre il profumo di paranza mi avvolge. La tentazione di fermarsi qui è forte ma mi attende la prossima meta.

VERNAZZA

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Affascinato, mi accingo a raggiungere un altro borgo di immutata bellezza: Vernazza.

Un nome piuttosto curioso, di cui cerco di scoprire il significato. Secondo Felice, un artigiano locale che in settant’anni non si è mai trasferito altrove, il nome deriverebbe dall’aggettivo latino “verna”, ossia “del luogo”, “indigeno”. Secondo un’altra versione locale, l’etimologia si dovrebbe invece ricercare nel vino del posto: la Vernaccia.

Il porticciolo garantisce un approdo sicuro, quasi come una culla che invita le barche ad entrare. Inserito tra i borghi più belli d’Italia, il centro storico è contraddistinto da case a torre allineate, protese su speroni rocciosi affacciati sul mare. Sono interessanti alcuni elementi architettonici, che contraddistinguono questo borgo da tutti gli altri: porticati, portali e loggiati rendono, infatti, Vernazza davvero unica.

CORNIGLIA

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Proseguo il viaggio in direzione di Corniglia. Qui, il borgo centrale non si affaccia direttamente sul mare, e per raggiungere il pittoresco centro bisogna percorrere la Lardarina, una scalinata di 382 gradini. Quasi come una fortezza che custodisce le sue tradizioni più antiche, il borgo si erge a 100 metri sul livello del mare e domina la vallata marina. Meritano una visita la Chiesa di San Pietro, contraddistinta dal suo rosone in marmo traforato e l’Oratorio dei Disciplinati di Santa Caterina.

Camminando, vengo attratto da una bottega di vini, e il mio sguardo si sofferma su una curiosa bottiglia di Schiacchetrà, caratteristico passito dal colore giallo paglierino e dal sentore di miele. Decido di degustarne una dose e, improvvisamente, mille sapori e colori mi pervadono e mi fanno pensare a quanto sia meravigliosa questa terra. Questo gustoso liquore è uno dei cavalli di battaglia delle Cinque Terre e viene generalmente abbinato a dolci secchi.

MANAROLA

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A Manarola, la mia meta successiva, il borgo è il più piccolo: racchiuso tra due speroni di roccia, vi è un piccolo approdo. Interessante e curiosa è la piccola Chiesa di San Lorenzo, circondata dai resti delle antiche fortificazioni, parte delle murature che sostengono le case. Degusto qui la mia cena, a base di Focaccia di Recco e lasagne al pesto: ogni buon ligure è convinto che la sua ricetta per preparare il delizioso condimento (oggi uno dei più conosciuti al mondo) sia quella perfetta e, spesso, la custodisce gelosamente. Anche in questa occasione, alla mia richiesta di condividere con me il suo segreto, il ristoratore sfodera un grande sorriso ma non rivela nulla… Non importa, vuol dire che dovrò tornare a trovarlo presto!   

RIOMAGGIORE

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Sazio, ma non di curiosità, subito dopo cena raggiungo l’ultima terra: Riomaggiore. Il rosa pesca del cielo si fonde con il mare carta da zucchero, abbracciando il borgo e creando uno scenario da cartolina. Qui la parte più antica è composta da case disposte in file parallele, attraversate da vicoletti e scalinate ripide. Il paese ospita il Santuario della Madonna Nera, oltre che quello di Soviore, Montereo e altri più piccoli.

Un profumo di pescato cattura la mia attenzione: rivolgo uno sguardo curioso verso l’insenatura che apre il borgo al mare e vedo delle piccole barche che rientrano. Sono le ventitré passate e, innanzi ai miei occhi, un gruppo di pescatori è intento a gettare le sue reti: forse cercano le famose alici di Riomaggiore?

Video: Cinque Terre in 4K

Appagato della giornata appena trascorsa, tra colori, profumi e poesia, mi avvio verso il mio albergo, pensando già alla prossima visita in questi luoghi: tornerò presto per percorrere la Via dell’amore, il sentiero a picco sul mare che collega Riomaggiore a Manarola, e per riempirmi di nuovo i sensi di quest’atmosfera magica.

In copertina: Vernazza
immagini di repertorio

 

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