ISABELLA ROSSELLINI –  “Con Darwin’s Smile porto in scena la fusione tra arte e scienza”

ISABELLA ROSSELLINI –  “Con Darwin’s Smile porto in scena la fusione tra arte e scienza”

Il prestigioso Teatro della Pergola di Firenze sarà uno dei palcoscenici scelti da Isabella Rossellini per presentare il suo ultimo spettacolo: Darwin’s Smile. In questo avvincente monologo, da lei scritto e recitato, la celebre attrice offre al pubblico una prospettiva unica, che riconcilia due mondi apparentemente distanti: l'arte e la scienza.

Il cuore dello spettacolo è ispirato al libro di Charles Darwin dal titolo L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali. Con il suo talento straordinario, Isabella Rossellini trasmette in modo coinvolgente le teorie di Darwin, creando un ponte tra l'evoluzione e l'arte della recitazione. Attraverso il suo caratteristico umorismo, l'attrice esplora il legame profondo tra l'empatia, essenziale per la recitazione, e lo studio del comportamento animale.

La produzione, a cura del Théâtre National de Nice in coproduzione con il Teatro della Toscana, debutterà il 15 gennaio al Teatro Remondini di Bassano del Grappa. Dopo diverse tappe in Italia, toccherà Firenze dal 23 al 28 gennaio.

Darwin’s Smile rappresenta un'opportunità unica per il pubblico di immergersi nella complessità dell'arte della recitazione e delle teorie scientifiche in modo piacevole e istruttivo. Apprendiamo direttamente dalla protagonista le sfumature e l'essenza di questo spettacolo straordinario.

Come è nato “Il sorriso di Darwin” e perché questo titolo?

Il Museo d’Orsay a Parigi aveva organizzato una mostra su Darwin e mi aveva chiesto di tenere delle conferenze in chiave comica, forse perché il registro comico è diventato, nel tempo, un po’ il mio stile. Per l’occasione avevo preparato due interventi: L’emicrania di Darwin e Il sorriso di Darwin. Il secondo è ispirato al libro L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali, in cui lo scienziato traccia delle differenze tra espressioni culturali (comprensibili soltanto in contesti specifici) ed espressioni universali (comprensibili ovunque), quali la paura o il sorriso.
La mia amica Murielle Mayette-Holtz, Direttrice del Teatro di Nizza, era presente ad una delle conferenze ed ha avuto l’idea di farne uno spettacolo. Così Darwin’s Smile è approdato in scena, con la regia di Murielle.

Come mai questa attenzione nei confronti degli animali?

Ho sempre amato gli animali. Quando avevo quattordici anni mio padre mi regalò il libro L’anello di Re Salomone di Konrad Lorenz, fondatore dell’etologia. Per me quel libro fu una vera e propria rivelazione e da lì nacque il mio sogno di diventare etologa. All’epoca si trattava, però, di una scienza ancora troppo moderna, che non veniva neanche offerta come materia di studio all’università. Appena compiuti cinquant’anni, decisi di riprendere gli studi e riuscii finalmente a coronare il mio sogno, conseguendo un master in Etologia.

Alcune espressioni sono tipicamente umane, come il sorriso. Possiamo ritrovarle, in qualche modo, anche negli animali?

Darwin, in effetti, aveva studiato molto le espressioni degli animali e si domandava se alcune di queste potessero essere interpretate come un sorriso o addirittura – nel caso, ad esempio, delle scimmie – come una vera e propria risata. Ovviamente ci sono espressioni più evidenti di altre anche negli animali, come il tremare di paura.

L’abbiamo vista interpretare al cinema ruoli molto diversi tra loro, spesso anche drammatici. Come è arrivata, nel tempo, a prediligere il registro comico a cui accennava poco fa?

È iniziato tutto quando mi è stata commissionata la regia di una quarantina di corti. Ricorderete la serie Green Porno dove, tra le altre cose, si descrive il processo di accoppiamento e riproduzione di insetti o crostacei. Come autrice, mi viene naturale esprimermi nel registro comico. Trovo davvero piacevole scrivere in un’atmosfera di buonumore e di risate!

Come vive il teatro?

Mi fa un po’ paura, a dire la verità. Mi sembra sempre di camminare su un filo sospeso. Questo monologo, in particolare, l’ho preparato in tre lingue; quindi, a volte mi vengono parole in un’altra lingua. Forse questa è la difficoltà maggiore. Basti pensare che al mio debutto in teatro del Bestiario d’Amore mi era andata via completamente la voce, come oggi! (sorride, ndr).
Jean-Claude Carrière, con cui avevo preparato lo spettacolo, uscì sul palco e, rivolgendosi al pubblico, disse: “Signore e signori, Isabella ha perso la voce! Potreste guardare sotto le sedie o nelle vostre borse, se la trovate?”. Mi fece talmente ridere che mi rilassai e la voce tornò.
A parte la paura del palcoscenico, però, ci sono anche tanti aspetti positivi come il contatto con il pubblico, oppure la possibilità di visitare nuove città, come in questo caso Vicenza o Trieste.

Il suo tour si fermerà per una settimana anche a Firenze. Conosce la città?

Firenze è una città per me molto importante, poiché da bambina vi ho trascorso diversi mesi a causa di vari interventi chirurgici subiti alla spina dorsale. Recentemente, ho avuto modo di visitarla nuovamente con mia sorella. Speravamo di ripetere quella meravigliosa esperienza in occasione della tappa fiorentina del mio tour ma mia nipote dovrebbe avere una bambina proprio in quel periodo.

Attualmente è impegnata in molti progetti, anche diversi tra loro. Come li seleziona?

Sinceramente, sono rimasta molto sorpresa da tutte le proposte ricevute in questi ultimi anni. Ho aperto la mia fattoria vicino New York dieci anni fa, mi sono dedicata gli studi universitari e ho cominciato un’altra vita perché pensavo, una volta superati i cinquant’anni, di non avere più lavoro nel cinema. Ma, come si dice: “mai dire mai”!
Mia madre mi aveva detto che, in tarda età, le attrici vivono una seconda vita. Certo, si tratta in genere di ruoli secondari, ma sempre molto interessanti.

In copertina: Isabella Rossellini in una scena di Darwin’s Smile
immagini © Virginie Lançon


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