TAI CHI CHUAN - L'equilibrio tra Yin e Yang

TAI CHI CHUAN - L'equilibrio tra Yin e Yang

Quando pensiamo all’equilibrio del nostro corpo, ci rivolgiamo spesso a pratiche orientali di meditazione quali lo yoga, che hanno come principio base la funzione di trasmettere benessere sia al corpo che alla mente, riducendo i livelli di stress e portandoci a un totale rilassamento.

Una disciplina ritenuta essenziale nel mondo orientale è quella del Tai Chi Chuan (anche scritto Tai Ji Quan): antica arte marziale cinese, caratterizzata dalla ricerca dell’armonia e dell’equilibrio tra Yin e Yang.

Come affermato da Chungliang Al Huang, acclamato maestro di Tai Chi Chuan: “Tai Chi non significa saggezza orientale o qualcosa di esotico. È la saggezza dei propri sensi, la propria mente e il proprio corpo insieme come un unico processo.”

Il mio primo approccio al Tai Chi è avvenuto in Cina quando, per sfruttare le prime ore del mattino in maniera salutare, ero solita passeggiare lungo il fiume di Yuyao, una piccola cittadina nella Cina dell’Est, sede di attività manifatturiera. In quelle occasioni, molto spesso mi capitava di fermarmi a osservare gruppi di persone, per la maggior parte anziane, che si esercitavano con movimenti di arte marziale molto lenti e coreografici.

Sempre più incuriosita da questa pratica, ma non potendo chiedere loro cosa stessero facendo nella loro lingua, ho iniziato anch’io a svegliarmi all’alba per unirmi a questo atipico “risveglio muscolare” di gruppo. Col passare del tempo, ho compreso quanto il Tai Chi fosse di fondamentale importanza per i cinesi di tutte le età.

Il Tai Chi nasce come forma di arte marziale derivante dall’antichissimo Wushu cinese (disciplina che raggruppa tutti i vari stili di combattimento), sviluppatasi durante la tarda dinastia Ming e nella prima dinastia Qing: parliamo, quindi, del XVII secolo.  

Video: 15 minuti di meditazione Tai Chi

Letteralmente, il termine Tai Chi Chuan significa “suprema arte del combattimento”, in quanto è spesso praticato come sport di autodifesa che comporta azioni combattive veloci e ben precise. Se, invece, intrapreso nella sua versione lenta e aggraziata, usufruendo delle tecniche di respirazione, allora diventa una vera e propria forma di meditazione che – per mia personale esperienza – trasmette uno strano senso di felicità, energia e, soprattutto, positività.

Il Tai Chi ha radici profonde nelle antiche filosofie del confucianesimo e del taoismo, che si ritrovano in varie pratiche culturali cinesi, dove la fusione di attività fisica con esercizi di respirazione è stata concepita per integrare corpo e mente.

Diversamente dallo yoga, il Tai Chi si caratterizza per i suoi movimenti eseguiti in modo lento, continuo e fluido, che trasmettono calma, grazie al rilascio dello stress e della tensione, facendo sentire chi lo pratica parte integrante dell’ambiente circostante.  Non a caso, viene quasi sempre eseguito in spazi aperti, dove si può entrare a stretto contatto con la natura, creando un legame simbiotico con la stessa.

È stato per me incredibile constatare questo aspetto di connessione con l’ambiente naturale. Era come se, improvvisamente, tutto ciò a cui non avevo mai fatto caso prima, fosse diventato il centro della mia attenzione, da cui prendere spunto per iniziare le mie giornate. Aprivo la finestra al mattino e, la prima cosa che sentivo, era il canto degli uccellini anziché il caos dei camion che passavano per la strada. Oppure, nel recarmi in ufficio, mi concentravo con stupore sui marciapiedi colorati dai petali di fiore: dettagli apparentemente insignificanti ma che mi trasmettevano gioia.

A un primo impatto, il Tai Chi può sembrare una pratica fin troppo ‘semplice’ e si stenta a credere che possa apportare giovamento alla salute. Con il passare del tempo, ed esercitandolo con una certa costanza, diventa invece molto facile verificarne gli effetti benefici sul corpo e sulla mente, in quanto ci permette di riportare la nostra attenzione ai vari aspetti positivi della nostra quotidianità e ci si ritrova a sorridere alla vita anche senza una vera motivazione. 

Tutto ciò è il frutto di un ritrovato equilibrio, recuperato bilanciando gli opposti complementari, noti come Yin e Yang.

Questo equilibrio, nella filosofia cinese, va inteso come dinamico (equilibrio in movimento), ed è basato sulla coesistenza di opposti inseparabili e contraddittori, quali femminile-maschile, oppure oscurità-luce. I due opposti si attraggono e si completano a vicenda e, come dimostra il loro simbolo, ogni lato ha al suo interno un elemento dell'altro. Nessuno dei due è superiore all'altro e, poiché l'aumento dell'uno comporta una corrispondente diminuzione dell'altro, è necessario raggiungere un corretto equilibrio tra i due.

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“Tutto è uno. (…) non c'è acqua senza fuoco, non c'è femminile senza maschile, non c'è notte senza giorno, non c'è sole senza luna, non c'è bene senza male. E questo segno dello Yin e dello Yang è perfetto. Perché il bianco e il nero si abbracciano…” (Tiziano Terzani)

Esattamente come nel simbolo dello Yin e dello Yang, colui che pratica il Tai Chi è consapevole del fatto che il suo corpo non produce energia in un’unica direzione. Tutti i movimenti sono, infatti, multidirezionali; il flusso è continuo e si mantiene sempre una dinamica costante tra due polarità, al fine di raggiungere una completa armonia.

Il concetto è spiegato bene nel principio base del Tai Chi, che recita: “Dove c'è movimento verso l'alto, c'è movimento verso il basso, allo stesso modo con un movimento in avanti c’è un movimento all'indietro, e, infine, con un movimento a sinistra c'è anche un movimento a destra.”

Grazie a questa affascinante pratica, ho potuto constatare di persona quanto tutto scorra in maniera lenta, leggera e fluida. L’energia dentro di noi si rinnova, creando una sensazione di benessere fisico e di pace e tranquillità interiore, in perfetta sintonia con l’ambiente circostante: perché quando siamo in equilibrio, tutto nella vita funziona meglio.

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