DANILO ARENA – “Voglio continuare a recitare, a scrivere e a vivere il mio sogno”

DANILO ARENA – “Voglio continuare a recitare, a scrivere e a vivere il mio sogno”

Cantautore, ballerino e attore catanese con una passione per la scrittura, Danilo Arena ha debuttato in Rai con la fiction Che Dio ci aiuti 4. In seguito ha partecipato al videoclip di Ultimo I tuoi particolari, alla serie televisiva Romulus, trasmessa da Sky e, da protagonista, a Il Cacciatore 3, serie andata in onda su Rai 1. Tra i suoi film, ricordiamo le commedie Cambio tutto! e Prima che la Notte.

In occasione dell’uscita - il 23 novembre su tutte le piattaforme digitali - del suo nuovo album Lettere Mai Spedite, ripercorriamo insieme a lui le tappe salienti della sua giovane ma già brillante carriera.

Danilo, hai esordito nel mondo dello spettacolo in un ambiente musicale, grazie a una collaborazione con tuo padre nei piano bar. Come hai vissuto quella tua prima esperienza?

Aver respirato l’aria artistica e musicale di mio padre è stato l’inizio di tutto. Quello era il suo modo di trasmettermi la musica che amava: Battisti, Cocciante, Renato Zero. Di quel periodo ho ricordi molto belli che, per me, sono diventati vita attuale, visto che continuo ancora oggi ad ascoltare e a trarre ispirazione da quella musica.

Il tuo percorso nella danza è iniziato da autodidatta con la break dance per poi estendersi alle danze caraibiche e folcloristiche. In che modo queste diverse competenze hanno avuto un impatto sulla tua carriera?

La mia passione per la break dance, in effetti, è esplosa ai tempi delle scuole elementari. Crescendo, grazie a mio fratello Giovanni, mi sono avvicinato alla prima accademia. La danza ha avuto un impatto molto forte sulla mia carriera, perché almeno il 70% della recitazione consiste in espressione corporea. Pertanto, il fatto di aver studiato danza mi ha permesso di conoscere meglio il mio corpo e di averne una percezione pressoché completa, aiutandomi a esprimermi meglio anche come attore.

Hai conseguito una borsa di studio al College Arti e Mestieri dello Spettacolo di Catania. Come sei arrivato, in seguito, a ottenere un ruolo di insegnante in quell’Istituto?

Mi sono laureato in Arte e Mestieri dello Spettacolo proprio grazie a una borsa di studio che, a suo tempo, mi fu concessa. La “borsa” ebbe una durata di tre anni e conclusi il mio corso di studi con una tesi dal titolo Il mio cinema. Da questo lavoro ho poi tratto un libro, che è pronto per la pubblicazione ma che, per il momento, tengo fermo in quanto non credo che i tempi siano maturi. La direttrice del College mi disse, all’epoca, che quella tesi poteva essere un programma d’insegnamento all’interno dell’Accademia. In effetti, poco tempo dopo iniziai a insegnare Didattica Base Cinematografica e la tesi divenne una materia didattica all’interno dell’Istituto.

Il libro, seppur in attesa di pubblicazione, ha già un titolo: ABCinema. Cosa possono aspettarsi di trovarvi i lettori?

ABCinema non è altro che un manuale di didattica in cui si spiega, a grandi linee, ciò che bisogna fare per realizzare un’opera cinematografica. Vi si possono quindi trovare tutti i passaggi che occorrono per concepire un film: dallo sviluppo alla pre-produzione, dalla produzione alla post-produzione, fino alla distribuzione. Ogni fase viene elencata e spiegata con il supporto di illustrazioni. Il testo si alterna quindi al disegno, rendendo il manuale leggero e scorrevole. ABCinema uscirà al momento opportuno, e quel momento non è ancora arrivato.

Avevi anche ottenuto una borsa di studio presso la Scuola di Cinema di Roma “Sentieri Selvaggi” ma, alla fine, hai scelto di continuare il tuo percorso accademico a Catania. Come mai?

In effetti Sentieri Selvaggi mi premiò con una borsa di studio annuale. Borsa di studio di cui, però, non usufruii in quanto mi trasferii a Roma solo l’anno successivo, dopo aver terminato gli studi a Catania. Pur essendo grato a Sentieri Selvaggi, ritenni giusto completare il percorso di formazione che avevo iniziato con l’Accademia.

Il tuo esordio in Rai è avvenuto nel 2017, con la quarta stagione della fiction Che Dio ci aiuti. Un momento significativo della tua carriera. Cos’hai provato?

Quella è stata la mia prima, reale vittoria in un provino. Ricordo di aver ricevuto la notizia in auto e di aver accelerato forte in autostrada, travolto da una gioia immensa.

Dopo il trasferimento a Roma, hai preso parte al videoclip I tuoi particolari, di Ultimo, che ha poi portato alla realizzazione del cortometraggio L’Oro di Famiglia. Com’è stato lavorare a questi progetti e com’è nata la collaborazione con il regista Emanuele Pisano?

Se non erro Emanuele Pisano ha dichiarato, in un’intervista, di avermi scelto vedendomi in fotografia. In quel videoclip avevo solo una scena ma, evidentemente, bastò per convincere il regista delle mie qualità. In quella occasione iniziammo a parlare fino a quando, prima della stagione estiva 2019, mi propose di essere il protagonista del corto L’Oro di Famiglia, con il quale in seguito arrivai a vincere oltre 30 premi e che ci portò, nel 2021, fino alla candidatura per il David di Donatello.

L’oro di famiglia - trailer

Tra i tanti successi in vari film festival internazionali, anche alcuni premi come Miglior Attore Protagonista per i cortometraggi Il vestito e, appunto, L’Oro di Famiglia. Quanto questi riconoscimenti hanno influenzato le tue scelte professionali?

Tantissimo perché, passata l’euforia iniziale che accompagna inevitabilmente ogni premiazione, rimane lo stimolo di voler fare sempre meglio. Verso questi due cortometraggi, in particolare, nutro un affetto profondo perché rappresentano i miei primi passi verso il grande sogno che è il mondo del cinema. I riconoscimenti ottenuti hanno fatto sì che venissi notato da diverse realtà, tra cui la RAI e i registi Fabio Paladini e Davide Marengo, i quali mi hanno poi dato l’opportunità di misurarmi nel mio primo ruolo da protagonista ne Il Cacciatore 3.

Durante il lockdown hai trascorso 70 giorni in completa solitudine, rispolverando la passione per la scrittura di brani musicali. Da lì è nato il tuo primo singolo Cruciverba e caffè. Ce ne puoi parlare?

Sì, la quarantena si è trasformata in un’occasione per scrivere e leggere tanto. Cruciverba e caffè nasce per quel motivo e vuole urlare un amore racchiuso dentro quattro mura, maledicendo la distanza. Dopo moltissimi anni, ho ripreso la chitarra in mano e ho ricominciato a scrivere, dando vita al mio primo singolo. Una nota positiva scaturita da un evento drammatico.

Come accennavi, il tuo sogno di ottenere un contratto da protagonista si è avverato nel 2021 con Il Cacciatore 3. In che modo hai affrontato questo importante passo nella tua carriera e qual è il tuo prossimo obiettivo?

La firma del mio primo contratto da protagonista è stato un momento bellissimo, che ho voluto e desiderato intensamente. Ricordo che prima di iniziare le riprese sentivo il senso di responsabilità che comportava ricoprire il ruolo principale, oltre la paura e, allo stesso tempo, il coraggio e la voglia di giocarmela fino in fondo.
Il mio prossimo obiettivo è poter girare un film per il cinema da protagonista. Per il resto, voglio semplicemente continuare a recitare, a scrivere e a vivere questo meraviglioso sogno con tutta l’energia che ho.

In copertina: Danilo Arena © Salvo Gravina
Immagini per gentile concessione dell’artista

Crediti fotografici:
Copertina fronte-retro “Lettere Mai spedite” © Natale De Fino
Fermi immagine “Il Cacciatore 3” © Archivio RAI
Trailer “L’oro di famiglia” © Pathos Distribution

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