FORMENTERA - L'isola della libertà

FORMENTERA - L'isola della libertà

Avevo voglia di tornare a Formentera già da qualche anno ma poi, imprevisti vari, mi hanno costretta a rimandare. Nel frattempo ho visitato altre mete e altre isole ma Formentera, che avevo visto solo da giovane ribelle universitaria, era sempre nella mia mente. Sentivo il bisogno di tornarci perché, anche se alcuni ricordi erano sbiaditi, c'era qualcosa di inspiegabile che mi faceva percepire questa necessità.

Parlando con varie persone ho poi scoperto di non essere l'unica a subire il fascino dell’isola. Formentera è un fazzoletto di terra nel Mar Mediterraneo, lunga 19 km e contornata da un mare caraibico. Le sue stradine sterrate e polverose, i suoi piccoli centri abitati, quei favolosi tramonti che sanno di libertà e spensieratezza, la rendono unica. Ed è così che l'anno scorso a giugno, insieme a un paio di amiche, ho prenotato un volo per Ibiza e una delle tante case in affitto disponibili sull’isola.

Della settimana trascorsa a Formentera non c'è stato un momento in cui non mi sia trovata a mio agio: quel bisogno che sentivo di tornarci ha subito trovato una ragione appena vi ho messo di nuovo piede e sono stata avvolta e stregata dai suoi profumi.

Un traghetto da Ibiza ci ha condotte al porto di Formentera. Conoscevamo sommariamente l'isola e le mie compagne di viaggio ne erano totalmente digiune. Ci siamo dunque fatte guidare dall'istinto o meglio, dal genius loci di questa terra magica, e per prima cosa, ci siamo catapultate in mare.

Port Es Pujols

Il nostro appartamento era situato a Es Pujols, il centro turistico dell'isola che, nonostante sia sempre un po’ affollato, vanta una spiaggia meravigliosa. Accarezzate dall’aria calda ma non afosa di giugno, l'acqua del mare ci ha dato la sensazione di essere immerse nel liquido amniotico: la stanchezza del viaggio e la pesantezza della routine milanese sono scomparse all’improvviso. Dopo il meritato relax, la sera siamo rimaste nel vivace borgo pieno di ristoranti e bar per tutti i gusti. Su consiglio di amici, frequentatori abituali di Formentera, abbiamo cenato a La Cava, un piccolo locale rinomato per la cucina spagnola, con un delizioso terrazzino affacciato sul lungomare di Es Pujols.

Il giorno seguente abbiamo noleggiato dei motorini (il modo migliore per spostarsi) e da quel momento ogni giorno era accompagnato da una nuova, meravigliosa scoperta, tra spiagge incantevoli e natura mozzafiato. Nel nostro girovagare ci siamo fatte consigliare spesso da gente del posto o da italiani incontrati in spiaggia o durante un aperitivo.

Fare una selezione delle esperienze più belle è davvero difficile ma, tra le spiagge, quella che ho amato di più è certamente Migjorn.

La spiaggia di Migjorn

Il suo lungo arenile occupa il lato sud dell'isola ed è estremamente eterogeneo: ci sono tratti in cui la spiaggia è ampia e profonda ed altri in cui la roccia definisce intime calette, offrendo a ciascuno il proprio angolo di paradiso.

In questa spiaggia si può praticare naturismo in completa libertà. Qui non ci si spoglia solo dei propri abiti ma di una concezione di vita che, troppo spesso, ci vede schiavi di convenzioni e regole.

Per una pausa pranzo o un aperitivo, invece, basta scegliere uno dei numerosi chiringuitos che costellano l’area. Tra questi Bartolo, una palafitta dipinta di blu, dove si possono gustare ottimi hamburger guardando il mare. Al calar del sole invece, si possono ammirare i tramonti infuocati di Formentera presso il chiosco Lucky oppure al Piratabus. Il nostro luogo preferito sulla spiaggia di Migjorn è, però, il Kiosko 62: una baracchina dall’aspetto selvaggio in pieno stile hippy. Con le sue birre ghiacciate, la musica reggae e la piacevole compagnia degli isolani, è forse il posto che più rappresenta Formentera, spesso definita come “l'isola della libertà”. 

Tuttavia, la nostra vacanza non è stata solo mare: abbiamo infatti visitato anche diversi centri abitati. Tra questi il capoluogo dell'isola, Sant Francesc Xavier, è un agglomerato di stradine dove perdersi senza timore. Gli edifici bassi in calce bianca e le meravigliose buganvillee fiorite sono l’emblema dei piccoli villaggi mediterranei. Un brunch nello storico Cafè Matinal è un'esperienza che consiglierei a chiunque: in una stradina anonima e defilata del centro si trova questo delizioso locale che, con le sue proposte variegate e spesso a chilometro zero, è attivo dal 1988.

La chiesa di Sant Francesc (Formentera.es)

Dal punto di vista storico, l'isola non offre molto, ma quel poco è assolutamente da vedere. A Formentera sono presenti tre chiese che, pur essendo molto diverse tra loro, trasmettono un senso di intimità e devozione. La più grande si trova a Sant Francesc e la sua forma peculiare ricorda una piccola fortezza: non a caso nel Settecento, quando l'isola era spesso presa d'assalto dai pirati, vi si rifugiavano i pochi abitanti del luogo. Le sue spesse pareti e l'assenza di finestre ne confermano l’originaria funzione protettiva.

Più piccola ma non meno affascinante è la chiesa di Sant Ferran, che abbiamo visitato in occasione di una serata trascorsa proprio in questo piccolo villaggio. Era un martedì, giorno in cui è possibile visitare un mercatino artigianale ricco di artisti locali, spesso intenti a realizzare le loro opere e sempre molto disponibili a scambiare due chiacchiere con i visitatori.

Il mercoledì e la domenica, invece, ci si può recare a La Mola, l'unico villaggio sviluppatosi su un altopiano e circondato da boschi, perché proprio in questi giorni ha luogo la più grande fiera di artigianato dell’isola, con molti espositori locali. Oltre al variopinto mercatino, dove è difficile resistere alla tentazione di acquistare qualcosa, abbiamo visitato la chiesa limitrofa, con un desueto porticato antistante il portone principale. A poca distanza si trovano anche il Faro, che si erge sulle più alte scogliere dell’isola, e il Molì Vell.

Questo mulino, il cui accesso è libero in alcune ore del giorno, risale al 1778, data incisa al suo interno. La guida, che abbiamo trovato ad accoglierci, ci ha spiegato la sua antica funzione, ovvero quella di macinare il grano in farina. In quella occasione, abbiamo anche scoperto che Formentera non ha mai vissuto di pesca, come verrebbe da immaginare pensando a un’isola, bensì della coltivazione della terra e dell’allevamento di animali, soprattutto di capre.

I nostri ultimi giorni a Formentera sono stati dedicati alla scoperta di spiagge meno frequentate, soprattutto nella zona intorno a Es Calò de Sant Augustì. Questa località, che ospita un porticciolo da dove partono i pescatori del luogo, offre uno scenario naturalistico degno di nota. La presenza di numerose rocce e scogli dona all'acqua del mare infinite gradazioni di blu e verde: dall’azzurro brillante allo smeraldo.

Per celebrare degnamente la nostra vacanza, ci siamo concesse anche un piccolo lusso, pranzando sulla meravigliosa terrazza vista mare del ristorante Can Rafalet, locale storico - e non proprio economico - ma decisamente scenografico. Qui abbiamo degustato, oltre a un freschissimo pescato del giorno, una deliziosa insalata payesa, piatto tipico di Formentera dal sapore deciso, a base di pesce essiccato.

La payesa di Can Rafalet

Tra le specialità locali che abbiamo avuto modo di gustare vanno menzionati anche il polpo alla bruta, cotto nel suo inchiostro, i calamari ripieni e l'immancabile salsa all'aglio, molto diffusa sull’isola. Una piacevole scoperta è stata, inoltre, l'offerta dei vini autoctoni, in particolare dei rossi dal gusto rotondo e intenso. 

Il mio ritorno a Formentera è stato un vero e proprio caleidoscopio di emozioni. L’isola è riuscita a meravigliarmi e a sorprendermi ancora una volta, lasciandomi una sensazione indelebile e un desiderio ancora più intenso di ritornarvi presto.

In copertina: le acque cristalline dell’isola
immagini di repertorio

MARTIN PARR - Catturare la vita con umorismo e ironia

MARTIN PARR - Catturare la vita con umorismo e ironia

LEAF ARBUTHNOT - "Due tazze di tè a Swinburne Road"

LEAF ARBUTHNOT - "Due tazze di tè a Swinburne Road"

0