LUIS MARTINEZ – Il turista immaginario di Trinidad

LUIS MARTINEZ – Il turista immaginario di Trinidad

Sistemando i cassetti ho trovato un foglietto tutto stropicciato. Leggo: recuerdo de Trinidad, Luis Martinez, 03-08-18.

Luis Martinez vive a Cuba, Trinidad. Nato e cresciuto lì, non l'ha mai lasciata. Luis, però, ha viaggiato più di noi, anche se in un altro modo.

Gli dico che vengo da Como e, così, mi recita a memoria una poesia sulla mia città.

Al extremo Sur encuentro
del Lago de Como, o Lario,
un paisaje extraordinario
con una ciudad al centro.
Lleva el mismo nombre dentro
de su urbano corazón.

(All’estremo Sud incontro/ del Lago di Como, o Lario, / un paesaggio straordinario / con una città al centro. / Porta lo stesso nome dentro / il suo cuore urbano).

Luis è un omino molto magro sulla settantina, occhi scuri e sguardo che a tratti ti penetra e a tratti si assenta. Mentre gli parlo, probabilmente, sta passeggiando sul lungolago di Como e ammirando il Tempio Voltiano.

Se gli offri una Cristal, ti racconta tutto quello che vuoi.

Gli piace condividere la sua storia e raccogliere quelle delle migliaia di turisti che passano ogni giorno da Trinidad. Anche lui è un turista, anche se immaginario.

Il turista immaginario: è proprio così che vuole essere conosciuto. Perché lo sa che la sua storia viaggia per i continenti, le regioni, le città e i paesini di campagna. Gli stessi che lui assapora studiando i libri di geografia e le cartine topografiche.

Una volta, con il suo taxi, Luis accompagnava i turisti fino al loro hotel e poi li aiutava a trasportare i bagagli: “Le mie gambe, ora, non reggono più”, mi dice, “non riesco a fare le salite con tutto il peso”. In effetti, Trinidad è un labirintico saliscendi di stradine a ciottoli.

Trinidad © Carola Fasana

Trinidad © Carola Fasana

“Ora sono solo un cubano che promuove la sua arte per la strada”. Al posto delle valigie c’è tutto il suo occorrente: un quaderno con dei fogli puliti, con cui dedica poesie ai turisti in cambio di una sigaretta o due, e un libriccino ricoperto in plastica marrone, tutto scritto a mano.

Mi spiega che quel libriccino è parte di una raccolta di poesie geografiche. Il suo obiettivo sarebbe quello di scrivere varie poesie, ognuna per ciascun Paese, dando risalto alle città e alle attrazioni principali.

“Ti aiuti con le fotografie, per scrivere?”

“No. Quasi mai.”

Luis ricrea nella sua mente, a partire dalle caratteristiche naturali e topologiche, i luoghi – esattamente come devono essere. Seguendo i contorni delle cartine, vede gli alti monti e le coste frastagliate. E ferma l’immagine attraverso la poesia “per evitare che si disperda nell’aria”.

E noi? In questo momento storico non siamo forse, tutti, un po’ turisti immaginari? Siamo nelle nostre case ma le abbandoniamo quotidianamente in mille modi diversi: attraverso la lettura di un libro, visite di mostre online, conferenze, tutorial, Netflix. Sfogliamo album di ricordi, diari di viaggio. Oppure, come è successo a me, ripeschiamo note di cui non si ricorda neppure l’esistenza e viaggiamo altrove.

Luis Martinez © Carola Fasana

Luis Martinez © Carola Fasana

A Trinidad, la mia prima reazione alla storia di Luis Martinez era stata un po’ di tristezza. Mi dispiaceva che quest’uomo così curioso non avesse mai avuto l’opportunità di lasciare la sua cittadina. Ma, per lui, il viaggio era qualcosa di diverso. E così mi disse:

Cuando viajas con la fantasía todos lugares tienen su encanto.” (Quando viaggi con la fantasia tutti i luoghi sono belli).

Sono sicura che Luis continui a viaggiare con le cartine geografiche, il suo libretto e la sua penna: proprio come noi, in questo tempo delicato.

In copertina: Luis Martinez
immagine per gentile concessione di Tia Katty

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