MARIE-CAROLINE CHAUDRUC - Direttore del Castello di Montsoreau, Museo di arte contemporanea

MARIE-CAROLINE CHAUDRUC - Direttore del Castello di Montsoreau, Museo di arte contemporanea

Marie-Caroline Chaudruc, nata nel 1983 ad Agen, è una storica francese, curatrice di mostre. Laureata in storia moderna all'università della Sapienza, a 33 anni è diventata direttore del Castello di Montsoreau - Museo di arte contemporanea che ospita la famosa Collezione Philippe Méaille. Sotto la sua direzione, Il Castello è diventato uno dei musei di arte contemporanea più prestigiosi di Francia. L’abbiamo raggiunta per conoscere meglio questa interessante realtà. 

Marie-Caroline Chaudruc

Marie-Caroline Chaudruc

Buongiorno Marie-Caroline. Il Castello di Montsoreau è situato nella romantica zona della Loira, famosa proprio per i suoi castelli. Qual è la sua storia?

Spesso paragono questo luogo a Giano, rappresentato con due facce: una rivolta al passato, l'altra al futuro. Il Castello di Montsoreau è uno degli edifici più significativi dell’architettura francese. La sua costruzione si deve a Giovanni II di Chambes, consigliere del re Carlo VII. Uomo politico influente e ambizioso, Giovanni II di Chambes fu l’uomo della modernità. Influenzato dall’Italia, dove si recò più volte in quanto ambasciatore, costruì il primo castello di stile rinascimentale in Francia e l’unico castello della Loira edificato nel letto del fiume.  

Come è nata l’idea di trasformarlo, nel 2016, in un Museo di Arte Contemporanea?

Il Castello è stato trasformato in museo d'arte contemporanea su iniziativa di Philippe Méaille, il suo proprietario. La creazione di questo spazio è il culmine di vent’anni di impegno per la cultura e il patrimonio. Dopo vari mesi di restauro dell'edificio, è nato un museo di 2500 metri quadrati su tre livelli, uno dei quali dedicato alle mostre temporanee. Successivamente, negli spazi periferici sono stati aggiunti una libreria e un ristorante.

Che tipo di opere e artisti ospita il Museo?

La Collezione Philippe Méaille è un insieme affascinante, sia in termini di volume che di diversità. È il più grande insieme al mondo di opere di Art & Language, il famoso gruppo di artisti che è stato all’origine dell’Arte Concettuale. La nascita di questo movimento artistico, alla fine degli anni Sessanta, fu un grande momento nella storia dell'arte e rappresentò il passaggio dalla modernità alla contemporaneità. Presentando queste opere, il nostro museo difende la teoria che l'arte contemporanea è post-concettuale.

Chi lo visita, normalmente?

Sono sempre molto cauta quando mi viene rivolta questa domanda, perché le cifre non sembrano riflettere accuratamente la nostra clientela. Dall'apertura del museo, il numero di visitatori è aumentato e la clientela è sempre più giovane. L'arte è il motivo principale della visita. Poi viene il patrimonio e il paesaggio circostante.
In media, il 30% dei nostri visitatori proviene dall’estero (tranne durante la pandemia) mentre il 70% è francese.

Che tipo di eventi organizzate?  

Il programma culturale del museo include concerti, conferenze, mostre, performance. Ogni anno, proprio nel mese di ottobre, si svolge il Premio François Morellet, un riconoscimento letterario che abbiamo creato nel 2016 in collaborazione con le Giornate nazionali del libro e del vino. Ogni anno viene premiata un'opera letteraria, oppure un autore per il suo impegno nell'arte contemporanea. Kenneth Goldsmith e ORLAN, premiati rispettivamente nel 2020 e nel 2021, hanno presenziato la cerimonia di quest’anno.

Cos’altro prevede il programma, in questo momento?

Fino all’8 novembre si può scoprire Tomorrow’s Shelter, una mostra di Didier Fiúza Faustino. L’esibizione incentra sul riscaldamento globale, un argomento che è estremamente attuale e di cui ha senso parlare nella zona protetta dall’Unesco in cui è ambientato il museo. Didier Fiúza Faustino immagina un'architettura post-apocalittica, abitazioni per il mondo di domani. Come fortezze impenetrabili senza finestre, impermeabili agli elementi, i "rifugi di domani" di Faustino sono composti da fondamenta e piattaforme. Le prime ospitano celle abitative individuali, mentre le seconde costituiscono spazi comuni di vita e di attività per i rifugiati climatici di domani. Queste architetture protettive riflettono l'impossibile coabitazione tra uomo e natura e la necessità di proteggere la natura dall'impatto nocivo dell'uomo.

Progetti futuri?

Dirigo un giovane museo in un vecchio edificio. C'è ancora molto da fare, ma vorrei ampliare il percorso museale aprendo nuovi spazi espositivi. Sto già lavorando a questo progetto con la mia squadra.

In copertina: il Castello di Montsoreau
immagini per gentile concessione del Castello di Montsoreau-Museo di Arte Contemporanea

 

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