IRLANDA - Cork, Dublino e Belfast a ritmo di folk 

IRLANDA - Cork, Dublino e Belfast a ritmo di folk 

Infinitas, illimitatezza: è così che definirei la terra d’Irlanda. Con il suo cielo, il più grande mai visto, il più vicino al suolo, il più presente nella vita di chi ci vive. Con i suoi enormi greggi di pecore con le terga colorate. Con i suoi barili di stout, le botti di whiskey e la onnipresente musica folk che si ascolta da sotto le finestre, nei pub, alla radio.

Proprio sotto il grande cielo d’Irlanda, ascoltando i fratelli Clancy, Tommy Makem e i Dubliners, accompagnata dai sentimenti e dalla storia delle loro ballate, ho fatto amicizia con Jenny, Molly e Rosie, protagoniste di indimenticabili canzoni folk. 

CORK - Ostriche, blues e baci

As I was goin' over
The Cork and Kerry Mountains
I saw Captain Farrell
And his money, he was countin'
I first produced my pistol
And then produced my rapier
I said, "Stand and deliver or the devil he may take ya"

(da “Whiskey in the Jar”)

Il castello di Blarney

Il castello di Blarney

Whiskey in the Jar, canzone tradizionale del XVII secolo, da cui i versi sopra sono tratti, è una delle canzoni del folk irlandese più eseguite di sempre: dai The Dubliners ai The Pogues, da Roger Whittaker a Nolwenn Leroy, dai Clancy Brothers a Tommy Makem e ai Metallica. È l’avventura narrata in prima persona da un bandito che tradisce la sua donna, Jenny, e deruba Captain Farrell, un funzionario corrotto. La storia è ambientata tra i monti di Cork e Kerry. 

A Cork mi sono innamorata:

#1 delle ostriche all’English Market

L’English Market è una loggia bellissima in stile georgiano, nata sul sito di un mercato di quattrocento anni fa, che al primo piano offre tavolini panoramici sulla vita della città e delle ottime ostriche locali.

#2 del blues di Rory Gallagher

Nel quartiere Ugonotto sorge la Rory Gallagher Square, la piazza dedicata al musicista con la scultura di una enorme chitarra, testi e spartiti per ispirarsi.

#3 delle campane da suonare alla St. Anne

In collina, si trova questa chiesa e la sua torre campanaria, simbolo della città, dove chiunque può improvvisarsi campanaro e suonare seguendo, se lo vuole, le musiche antiche riportate in un libricino a disposizione dei visitatori. Le sue campane sono pezzi originali risalenti al 1700.

#4 del bacio che dona l’eloquenza

Il Blarney Castle, l’imponente roccaforte medievale, custodisce la leggendaria Blarney Stone, la pietra che dona eloquenza a chiunque la baci.

“Oh! Colui che la bacia sarà ricompensato con l’eloquenza, e potrà arrampicarsi alla camera di una dama, o diventare un membro del parlamento”. (Francis Sylvester Mahony)

#5 dei tropici irlandesi

Nella baia di Bantry, ad est di Cork, sulla Garnish Island, si nasconde un incredibile paradiso subtropicale: 15 ettari di bosco e giardini rigogliosi e un tempio greco. 

DUBLINO - Tra chiacchiere, birra e cultura

In Dublin's fair city
Where the girls are so pretty
I first set my eyes on sweet Molly Malone
As she wheeled her wheelbarrow
Through the streets broad and narrow
Crying "cockles and mussels, alive, alive, oh”

(da “Molly Malone”, 1883)

molly-malone-statue.jpg

La canzone Molly Malone risale al XIX secolo, ma è la guida perfetta di una città imperfetta. Chi fosse e se sia mai davvero esistita non se ne ha certezza, eppure il suo fascino ha conquistato Dublino, trasformandola in un simbolo e certamente nel suo inno, che ancora oggi affianca quello nazionale. Molly era una bella pescivendola, originaria del villaggio di Howth, che di giorno girava con il suo carretto e gridava “Cockles and mussels, alive alive oh!”, mentre di notte, secondo la leggenda originaria del XVII secolo, faceva la prostituta.

A Dublino mi sono innamorata:

#1 delle chiacchiere con le statue parlanti

Sono dieci e tutte hanno voglia di raccontarti la città che fu. Per ricevere una chiamata da James Joyce o da Oscar Wilde basta avere uno smartphone e trovarsi in loro prossimità. Per esempio Conolly è in Beresford Place, George Bernard Shaw è in Merrion Square West. E poi c’è la statua di Molly, che si trova in Suffolk Street, di fronte all'ufficio informazioni. 

#2 dei disegni celtici nel prato del Castello

Il Dublin Castle è una fortezza normanna, simbolo dell’oppressione inglese. Di fronte al castello si trova il Dubh Linn Garden, un bel parco caratterizzato da grandi disegni sul prato che rappresentano dei serpenti marini e ricordano i nodi celtici.

#3 di una pinta nel pub senza nome

Bere a Dublino è facile come respirare. Ad ogni angolo si può scegliere un bel pub e una buona birra. Ma non tutti sanno che ovunque si vada si troverà anche dell’ottima compagnia: non per niente Dublino è stata nominata "città più cordiale d’Europa". Ma come nominare il pub senza nome? Lo si trova in Fade Street e da quando ha aperto non ha mai avuto neppure un’insegna. Lo si riconosce, però, dal simbolo della lumaca.

#4 di una lettura nella più antica biblioteca pubblica d’Irlanda

Si tratta della Marsh's Library, situata a St. Patrick's Close, proprio a fianco della Cattedrale di St. Patrick, che aprì nel 1707 come biblioteca e rimase tale per tutta la sua vita, facendo fede al suo scopo originale. Non sappiamo, dei circa 30mila libri contenuti oggi qui, quanti fossero presenti anche un secolo fa, ma Joyce ne era un assiduo frequentatore.

#5 della cassetta della posta del Sunday Independent

Il quartier generale dei più famosi giornali irlandesi come l’Irish Independent, l’Evening Herald e il Sunday Independent aveva sede in un palazzo del 1924. Oggi, di quegli anni ruggenti, rimane solo la Competitions Letterbox.

BELFAST - Sulle orme del gigante

Near Banbridge town, in the County Down
One evening last July
Down a bóithrín green came a sweet cailín
And she smiled as she passed me by

(da “Star of the County Down”)

Giant’s Causeway

Giant’s Causeway

Le parole di Star of the County Down, questa antica ballata irlandese, scritte da Cathal Garvey alla fine del 1800, narrano di un incontro indimenticabile: un giovane vede, sulle colline vicino a Banbridge, nella Contea di Down, Rosie McCann, la “stella della Contea di Down”, e se ne innamora. Non c’è donna più bella, dalla Baia di Bantry fino ai moli di Derry e da Galway fino a Dublino, di quella graziosissima fanciulla dai capelli castani.

A Belfast mi sono innamorata:

#1 dei murales nella zona Ovest della città

I segni dei Troubles, gli scontri tra gli unionisti e i nazionalisti, sono ancora ben visibili nei numerosi murales che costeggiano Falls Road e Shankill Road, e che sono una chiara, ma artistica, denuncia collettiva a sfondo sociale.

#2 del Duke of York

È uno dei pub più famosi della città, certamente per l’atmosfera e altrettanto per la storia. All’interno si trovano cianfrusaglie di ogni tipo la cui originalità è certificata personalmente da Willie, il proprietario, che per trent’anni le ha raccolte in giro per le contee dell’Ulster.

Come dice Willie, qui si aspetta pazientemente il proprio turno: “Come in soberly, drink moderately, depart quietly and call again”.

#3 del Nomadic, il fratello minore del Titanic

Certo, poco distante c’è il Titanic Museum, ma mentre tutti si concentrano sul protagonista è bello scoprire che il Nomadic, oggi restaurato e visitabile, fu il tender del Titanic che trasportava i passeggeri dal transatlantico al Porto di Cherbourg, in Francia. Figli dello stesso padre, Thomas Andrews, vennero costruiti uno accanto all’altro nei cantieri Harland & Wolff, a Belfast.

#4 di un giro nella mente di Gulliver

Il Cave Hill Country Park è una collina di basalto che domina Belfast e che, per la sua forma somigliante a un gigante addormentato, ispirò Jonathan Swift per creare il personaggio di Gulliver. È famoso anche per il Napoleon's Nose, una roccia che ricorda il profilo del condottiero.

#5 della corda a trenta metri d’altezza

Causeway Coast è un susseguirsi di strade che costeggiano spettacolari formazioni rocciose come quelle del Selciato del gigante. Sulla via si incontrano il suggestivo ponte di corda, il Carrick-a-Rede Rope Bridge, lungo venti metri e fissato a una scogliera, che collega la terraferma a Carrick Island, e il Dunluce Castle che sembra abbia ispirato Le cronache di Narnia.

In copertina: Cork Harbour

IL PICCOLO PRINCIPE - Antoine de Saint-Exupéry e la metafora della vita

IL PICCOLO PRINCIPE - Antoine de Saint-Exupéry e la metafora della vita

ALBERTO SORDI - I cento anni del figlio di Roma

ALBERTO SORDI - I cento anni del figlio di Roma

0