BIAGIO AGNES - Il Premio Internazionale di Giornalismo giunge alla XI edizione

BIAGIO AGNES - Il Premio Internazionale di Giornalismo giunge alla XI edizione

Dal 21 al 23 giugno, nell’incantevole Sorrento, si svolgerà l’XI edizione del Premio Biagio Agnes, che verrà poi trasmessa in seconda serata, su Rai 1, sabato 29 giugno. Presentato in via ufficiale lo scorso 4 giugno, questo premio internazionale dell’informazione è dedicato alla memoria dello storico Direttore Generale Rai, nonché grande penna del giornalismo italiano.

Dall’amore di una figlia e dalla stima di colleghi e amici, si possono portare avanti dei significativi ed edificanti progetti. Il premio giornalistico, firmato Fondazione Biagio Agnes, in collaborazione con la Rai e in partnership con Confindustria, è sicuramente uno di quei progetti degni di nota. Mirato ad esaltare la professione giornalistica, benché caratterizzata da quei valori legati alla verità indiscussa e alla professionalità, il premio viene ogni anno consegnato a giornalisti che provengono da percorsi diversi, ma accomunati dal capire, analizzare e raccontare il presente, rispettando in primis la corretta informazione, percorrendo una strada che aiuti a perseguire quelli che erano gli obiettivi di Biagio Agnes e che sono, oggi, quelli della Fondazione.

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È proprio Simona Agnes, Presidente della Fondazione e figlia del compianto giornalista, a voler precisare tali aspetti: “avulso da interessi economici e politici, il Premio ha assunto questo obiettivo, che è quello di tutelare e onorare la figura del giornalista, la corretta informazione e il compiere una serie di azioni volte a superare la proliferazione delle fake news”.

Presenti in conferenza anche il Presidente Rai Marcello Foa, l’Amministratore Delegato Rai Fabrizio Salini, il Presidente Giuria Premio Biagio Agnes Gianni Letta, il Direttore di Rai 1 Teresa De Santis e i conduttori Mara Venier e Alberto Matano. Come da loro affermato, questa sarà una grande edizione, non solo perché quest’anno vede la presenza di una delle donne più amate della televisione italiana, ma anche perché, oltre ad avere dei bei momenti di spettacolo, si parlerà di economia e di aziende familiari, una delle forze trainanti del nostro Paese e si avrà, pertanto, modo di ascoltare preziose testimonianze imprenditoriali.

Torniamo però, non solo al Premio, ma anche al ricordo dell’uomo così apprezzato da tutti e alle toccanti parole che lo hanno descritto durante la conferenza.

Si parla di amicizie nate da stime professionali e perdurate nonostante le differenti ideologie. Lo sa bene Gianni Letta, che lo ricorda con affetto: “Biagio Agnes era un mitico Direttore Generale Rai, accostato spesso ad un’altra istituzione Rai che è Ettore Bernabei. In effetti, i punti di contatto tra queste due figure, tra le loro filosofie e tra il loro modo di gestire, sono molti: entrambi hanno contribuito a scrivere la storia della Rai. È essenziale, dunque, che l’esempio e l’insegnamento di Biagio Agnes siano una costante, il faro di orientamento per chi oggi è chiamato a gestire un’azienda che ha contribuito a costruire, sin dal suo esordio, la cultura degli italiani. (…) Non solo uomo Rai, ma anche giornalista di battaglia, giornalista d’inchiesta e giornalista politico che cominciò nella sua Irpinia, ad Avellino, dove inventava giornali locali che assunsero dimensioni di importanza nazionale. I vincitori del premio si renderanno conto, quando lo riceveranno a Sorrento, che non è uno dei tanti, ma che ha un valore sostanziale perché ricorda quali sono e devono essere i doveri di una professione così importante e delicata, come si debbano affrontare determinati momenti, quale deve esserne l’impegno e come bisogna saper guardare al di là delle contingenze, per puntare in alto e affermare nella professione quei valori a cui Biagio Agnes è stato sempre fedele”.

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Parliamo anche di amicizie nate per caso, come quella con Mara Venier, che eccezionalmente ha deciso di presentare questa edizione, rinunciando ad altre occupazioni: “Lo chiamavo Biagione e anche se non ho avuto l’onore di lavorare al suo fianco, ho avuto la fortuna di averlo come amico. La nostra era un’amicizia sovraumana, tanto che a tutti i costi volle fare il mio testimone di nozze. Per me non era solo un grande uomo Rai o un grande giornalista ed è per questo che sono onorata di presentare questo premio”.

Altrettante parole ricche di stima, sono quelle del Direttore di Rai 1, Teresa De Santis: “Agnes non fu solo una figura istituzionale. La storia della mia carriera si intreccia con la sua. Lui aveva una buona capacità di guardare ai giovani e al nuovo, tanto da chiamarmi quando ero poco più di una ragazzina senza che io lo conoscessi, per complimentarsi con i miei articoli e la loro impostazione. Ebbi la fortuna di conoscerlo molto tempo dopo. (…) Era un uomo che sapeva guardare lontano ma anche nel piccolo; fu, infatti, protagonista di una pagina importante della storia della Rai: l’inizio della concorrenza televisiva e la fine del monopolio, occasione in cui tenne altissimo il nome di questa azienda, accettando questa sfida con rigore. (…) Non può, pertanto, non essere Rai 1 a ricordarlo costantemente: lui è stato la sostanza di questa azienda”.

Non solo chi ha avuto il piacere di collaborare con lui in stretta vicinanza lo ricorda con affetto. Come afferma Alberto Matano, veterano presentatore del Premio: “Biagio Agnes per chi fa il giornalista in Rai è un faro, perché fare il giornalista per questa azienda significa anche illuminare le periferie, significa raccontare l’Italia tutta con grande responsabilità. Presentare questo premio da quattro anni è ancora emozionante e quest’anno c’è la gioia di lavorare al fianco di Mara, che è una grande donna di spettacolo e in fondo anche un po' giornalista. (…) Un’altra emozione, quest’anno, è la presenza della famiglia di Antonio Megalizzi, a cui va – alla memoria – il premio Giornalista per l’Europa. Quando ho dato la notizia della sua scomparsa al TG, in occasione dell’attentato di Strasburgo, ho rivissuto le sensazioni di quel ragazzo, che come me vent’anni fa, sognava di fare il giornalista in radio, che immaginava un’Europa solidale e si sentiva cittadino di questa realtà sovranazionale”. 

 

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