RAFFAELE PAGANINI - Dal palcoscenico all'accademia

RAFFAELE PAGANINI - Dal palcoscenico all'accademia

Raffaele Paganini nasce a Roma il 28 settembre 1958 ed inizia a danzare a 14 anni, età piuttosto avanzata per un ballerino di danza classica. Questo, però, non gli impedisce di affermarsi: studia, infatti, alla scuola di ballo del Teatro dell’Opera di Roma ed entra, dopo soli quattro anni, a far parte del corpo di ballo dell’Ente come ballerino solista. In seguito, diviene prontamente Étoile ed è ospite di numerose compagnie internazionali.

Dopo un avvio di carriera totalmente improntato al balletto classico, decide di far approdare la grande danza in televisione, prendendo parte a trasmissioni di risalto quali Fantastico 2, Europa Europa, Pronto chi Gioca? e Il cappello sulle ventitré, portando in schermo artisti del calibro di Rudolf Nureyev.

Durante la sua prestigiosa carriera, Paganini ha danzato con molte tra le più famose ballerine internazionali. Artista eclettico, ha dimostrato di possedere anche capacità recitative e canore, dedicandosi con successo al genere delle commedie musicali ed interpretando da protagonista diversi musical. 

Il 2004 lo vede protagonista della nuova produzione del Balletto di Roma, Giulietta e Romeo, con musiche originali di Prokofiev e coreografie di Monteverde. Il tour teatrale fa registrare il tutto esaurito nelle 190 repliche in oltre cento teatri italiani: un record!

Nel 2006, ormai divenuto il ballerino più amato e seguito dagli italiani, decide di fondare la Compagnia Nazionale di Raffaele Paganini presentando, per la prima volta, una sua produzione: Da Tango a Sirtaki – omaggio a Zorba, con musiche di Astor Piazzolla e coreografie di Luigi Martelletta. Seguono numerose altre produzioni con la sua Compagnia, con le quali tuttora è in tour nei principali teatri italiani.

Nel 2013, Paganini è stato vittima di un brutto incidente in scooter, riportando numerose fratture.  Dopo una pausa forzata, però, è tornato ad esibirsi regolarmente. Oggi, come ci rivela lui stesso, una delle sue più grandi soddisfazioni è quella di insegnare danza classica ai giovani.

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Maestro Paganini, è nato e cresciuto in una famiglia di artisti: madre cantante lirica e padre danzatore.  Crede che questo abbia influenzato la sua scelta di studiare danza classica?

L’influenza dei miei genitori è stata fondamentale. Probabilmente, se loro non avessero fatto i rispettivi lavori, non mi sarei avvicinato al mondo dello spettacolo e al mondo dell’arte. Grazie a loro, questo è successo!

Pur avendo iniziato a studiare danza a 14 anni, in brevissimo tempo si è affermato come ballerino solista. Oltre all’innato talento, quali altre qualità crede che abbiano contribuito a farle ottenere questo successo-lampo?

Sicuramente le mie doti naturali hanno fatto sì che potessi bruciare tutte le tappe, però per riuscire a recuperare gli anni persi ci sono voluti anche tanto lavoro e tanta serietà anche se, comunque, sempre “giocando” con le note meravigliose della danza. È vero che non mi sono mai potuto fermare: ho dovuto continuare a studiare, per compensare in qualche modo quella “marcia in meno”. Con il tempo sono riuscito ad eliminare questo divario ma, se qualcun altro poteva prendersi un momento di relax, a me non era concesso.

Durante la sua prestigiosa carriera ha danzato con molte tra le più famose ballerine internazionali. Chi, tra queste, ricorda con maggiore affetto?

Le mie partner sono sempre state persone carine e simpatiche; per fortuna, perché ho un difetto: se tra i miei amici o i miei colleghi noto atteggiamenti che non mi vanno a genio, cambio strada e mi allontano. Nella vita si possono commettere errori ma bisogna sempre valutare le situazioni e capire se si sbaglia intenzionalmente oppure in maniera consapevole.

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Oltre a dedicarsi al balletto classico ha partecipato a numerosi spettacoli televisivi, contribuendo in maniera fondamentale a far arrivare la grande danza nelle case degli italiani e portando sullo schermo artisti del calibro di Rudolf Nureyev. Cosa le hanno lasciato quelle esperienze?

L’esperienza televisiva è stata interessante ma le sensazioni che si vivono sul palcoscenico non si ritrovano da nessuna parte. La televisione, sicuramente, mi ha permesso di farmi conoscere meglio ma credo che, più che trarne qualcosa a livello personale, la soddisfazione più grande sia stata l’opportunità, per noi danzatori, di introdurre il grande pubblico alla danza classica nella maniera più consona: quindi, senza snaturarla. In questo, è stato fondamentale il contributo di personaggi quali il Sommo Maestro Rudolf Nureyev.

Nel suo curriculum vi è anche il musical, dove ha avuto modo di dimostrare le sue capacità recitative e canore. La diverte lanciarsi in sfide sempre diverse?   

Il musical mi ha aiutato a rilassarmi dagli “stress artistici”, perché è qualcosa di molto divertente, molto simpatico ma altrettanto complicato e difficile perché combina tre discipline: danza, canto e recitazione. In questo mi ha sicuramente aiutato l’esperienza lirica di mia madre. Lei mi ha insegnato ad usare il diaframma e a giocare un po’ con la voce, anche se non mi sono mai ritenuto un cantante o un attore. Credo semplicemente di essere una persona duttile, versatile e  che ama divertirsi in palcoscenico: questa è la cosa più importante.

Quale dei numerosi premi e riconoscimenti ottenuti le ha dato maggiore soddisfazione?

Ogni riconoscimento fa parte di ciò che si è riusciti a costruire nella propria carriera. Tutti mi hanno emozionato e sono stati ricevuti con grande piacere, anche se c’è stato, forse, un periodo in cui se ne davano decisamente troppi: in molti casi, era solo una scusa per poter invitare un personaggio. In un anno, credo di aver ricevuto una decina di premi ed ho dovuto frenare un po’ questa ondata, perché – scusate la franchezza – mi sembrava che stesse diventando più un “business” che un apprezzamento reale nei miei confronti.

Video: L’Atelier della Danza

A cosa sta lavorando in questo momento?

In questo momento il mio obiettivo principale è quello di formare i giovani e di poter dare loro ciò che a suo tempo è stato regalato a me. L’insegnamento è qualcosa che mi piace tantissimo. Amo insegnare ai giovani ma vi rivelo un segreto che forse potrà risultare impopolare: non amo insegnare ai professionisti, perché spesso sono già distratti dal mondo dello spettacolo, quindi la loro voglia di imparare tende a trascurare la danza classica e a concentrarsi sulle coreografie. È accaduto anche a me, quindi capisco bene il loro punto di vista, ma la mia priorità rimane la danza classica e per questo mi trovo meglio con i giovani. 

Chi è Raffaele Paganini nella vita privata? A cosa si dedica?

Nella vita privata sono un uomo normalissimo, anche perché, essendo l’ottavo di undici figli, sono sempre stato attratto dalla tranquillità. La danza, come potete immaginare, richiede moltissime energie; quindi, nel tempo libero, preferisco prendere le cose più alla leggera. Amo leggere e, quando trovo qualche bel romanzo, ne approfitto.  Mi piacciono moltissimo anche gli animali e, al momento, posseggo quattro cagnolini, con i quali condivido i miei pochi ma intensi attimi di relax.

Un sogno nel cassetto?

Sinceramente non ne ho perché, attraverso l’abnegazione e l’impegno, tutti i sogni che avevo da adolescente si sono avverati. Oggi i miei sogni riguardano i miei figli: spero, semplicemente, che stiano bene e che crescano forti e robusti. In questo, forse, sono un po’ egoista!

In copertina: Raffaele Paganini
Immagini per gentile concessione del Maestro Paganini

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