GOLD COAST - L'oceano dentro

GOLD COAST - L'oceano dentro

Sono andato per tracciare i contorni di un’isola
e invece ho scoperto i confini dell’oceano.
- (Ludwig Wittgenstein)

Gold Coast, la costa d’oro del Queensland, è stata la mia casa per un anno, regalandomi emozioni intense e memorie indelebili. Nel ripercorrere con la mente quei luoghi di indescrivibile bellezza e nel rivivere certe sensazioni, il ricordo si fonde con il presente ed è come se non me ne fossi mai andata…

In questo luogo magico, un oceano onnipresente e generoso lascia spazio, nell’arco di una manciata di chilometri, ai dolci pendii dei parchi nazionali di Lamington e Springbook. I patrimoni naturali che ospitano Gondwana, la foresta pluviale subtropicale più estesa al mondo, sono uno spettacolo straordinario che riempie l’anima e purifica la mente.

Il ponte naturale nel parco nazionale di Springbrook © Martin Ohye

Il ponte naturale nel parco nazionale di Springbrook © Martin Ohye

Mentre in occidente la natura è concepita come un'entità separata rispetto all'esperienza umana, per gli aborigeni australiani l’uomo e la terra (o l’acqua) si fondono e sono parte l'uno dell'altra. Respirare questa immensa cultura – la più antica del mondo – mi ha permesso di immergermi completamente nell’ambiente circostante e di carpire alcuni dei suoi segreti più profondi.

Uno degli aspetti più interessanti è il concetto aborigeno di viaggio, o meglio di walkabout, vissuto come un vero e proprio rituale, che ripercorre le vie delle antiche peregrinazioni e degli dei, affiorati dalla terra o dal mare per creare ogni forma di vita: il canto, la danza, i gesti, la parola e il cammino stesso.

Nel ricalcare le antiche Vie dei Canti - un labirinto di sentieri immaginari visibili soltanto agli aborigeni - viene compiuto uno degli atti più simbolici e spirituali in assoluto, che rappresenta la celebrazione del legame imprescindibile tra questa gente e la sua terra.

Pur apprezzando tutto ciò che la meravigliosa natura di Gold Coast ha da offrire, è l’acqua ad attrarmi. Vivere in perfetto equilibrio con l’oceano, seguirne i ritmi e lasciarmi trasportare dai suoi eterni mutamenti, ha su di me un effetto catartico e rigeneratore: così anch’io mi ritrovo a compiere un viaggio ancestrale, alla riscoperta di una parte di me stessa che sembrava perduta.  

Con la mente libera da ogni pensiero, accolgo questo elemento infinito senza spazio né tempo, artefice di sogni e avventure, favole e leggende e, con gli occhi di un bambino, ammiro incantata le sue creature più affascinanti e misteriose.

Le regine del mare

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All’improvviso, l’aria attorno prese a vibrare, fremendo... Sotto quell’atmosfera ondulata e increspata, sotto un sottile strato d’acqua, nuotavano le balene.

(Herman Melville, Moby Dick)

Inseguo le balene da sempre. Le ho rincorse da un capo all’altro del mondo: dall’Islanda alla Nuova Zelanda fino ad arrivare in Polinesia ma, per una strana fatalità, non sono mai riuscita a vederle da vicino. Anche qui a Gold Coast ho già tentato una volta, unendomi a uno dei soliti tour di whale watching, ma niente da fare.

Questa è la mia ultima opportunità perché dopo un anno alquanto bizzarro - in cui l’Australia si è trasformata per me in una sorta di prigione dorata - sto per tornare in Europa.

A Gold Coast l’avvistamento delle balene è un’esperienza piuttosto comune: da maggio a novembre, in coincidenza con l’inverno australe, ne passano oltre duecento al giorno! Siamo, infatti, proprio lungo la loro rotta migratoria.

Il mio sogno è di vedere Migaloo, una rarissima megattera albina che da poco ha compiuto trent’anni (questo tipo di balena può raggiungere i cento) e che qui è ormai una leggenda, tanto che sono in molti a pensare che si tratti di una creatura magica. Sembra, però, che sia già passata da queste parti qualche giorno fa. Per seguirne il percorso è stato creato perfino un sito internet.

A questo punto, comunque, non voglio sfidare la fortuna: mi basterebbe avere un incontro ravvicinato con uno degli esemplari più comuni.

Siamo in mare da oltre un’ora e già immagino il solito ‘buco nell’acqua’ (perdonate il gioco di parole!), quando all’improvviso un soffio di vapore si solleva impetuoso dalla superficie di velluto blu scuro che avvolge la nostra imbarcazione.

Qualche secondo dopo vediamo spuntare la caratteristica pinna dorsale di una balena, seguita immediatamente da una seconda compagna di viaggio. 

Appena il tempo di preparare cellulari e macchine fotografiche e assistiamo a uno spettacolo di rara potenza: dalle profondità marine svetta fuori, in tutta la sua maestosità, una enorme megattera che, tuffandosi all’indietro, immediatamente ripiomba in acqua sollevando un nuvolone di schiuma bianca.

Da quel momento in poi le acrobazie si susseguono e, per più di un’ora, queste incredibili creature ci regalano un’esperienza indimenticabile: il vento mi punge la pelle mentre questo gruppetto di giganti del mare, decisamente socievole, ci delizia con tuffi, spruzzi, sbuffi e colpi di coda; il profumo dell’oceano mi pervade ma la sensazione più intensa è quella di libertà.

Chiudo gli occhi e respiro profondamente: due, tre volte. Sto vivendo uno di quei rari momenti in cui tutto è perfetto, uno di quegli istanti in cui tutt’intorno è silenzio e lo scorrere del tempo si misura solo con i battiti del cuore.

Le balene si allontanano, riprendono il loro viaggio. Le saluto con un sorriso, consapevole che, tra qualche giorno, anch’io proseguirò il mio cammino verso una nuova destinazione e una nuova avventura.

Un cammino fatto di quei sentieri immaginari che tracciano le Vie dei Canti e che spero, prima o poi, di imparare a riconoscere.

Un cammino - come affermava Machado - “fatto solo di scie sul mare” e che percorrerò cercando di ritrovare, ogni giorno, questo meraviglioso oceano che ormai è parte di me e che porterò dentro per sempre.

In copertina: Gold Coast
immagine © www.australia.com
immagini balene © Danilo De Rossi

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