MONICA SETTA – Conduttrice di “Unomattina in famiglia”

MONICA SETTA – Conduttrice di “Unomattina in famiglia”

Monica Setta è una giornalista, scrittrice e conduttrice televisiva. Dopo alcune esperienze a TeleMonteCarlo e LA7, agli albori degli anni Duemila, è approdata in Rai e vi è rimasta dal 2003 al 2013. In seguito ha lavorato per Agon Channel, Mediaset e Telenorba, prima di rientrare in Rai, dove dal settembre 2019 conduce, insieme a Tiberio Timperi, Unomattina in famiglia. Ripercorriamo insieme a lei le tappe salienti della sua carriera.

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Monica, è nata in Puglia ma ormai da molti anni, prima per ragioni di studio e poi di lavoro, vive a Roma. Che tipo di rapporto ha con la sua terra d’origine? E con la capitale?

Sono nata a Brindisi e la mia terra resta la Puglia anche se la mia famiglia ha origini laziali e abruzzesi. Sono arrivata a Roma per studiare filosofia e dopo la laurea sono andata a Milano a lavorare come praticante per Il Giorno. Sono rimasta a Milano nei primi anni Novanta ma avevo Roma nel cuore. Quando, nel 1994, Indro Montanelli mi chiamò per fare il capo servizio economia al suo nuovo giornale, La Voce, non ci pensai neanche un minuto e rientrai a Roma. Avevo comprato casa sul Naviglio e ci sono stata appena un anno. Dal ‘95 è affittata ma non la vendo, perché Milano può offrire sempre una buona opportunità professionale (sempre, però, con l’idea di tornare a Roma per vivere!).

Ha lavorato con tanti professionisti di grande spessore. Lei stessa ha appena menzionato Montanelli. Quali insegnamenti ha tratto da quell’esperienza in particolare?

Montanelli è stato un maestro e non lo dico mai, perché è scontato che sia un indiscusso principe del giornalismo. Lo incontrai tramite Giancarlo Mazzuca, che era stato il mio caporedattore a Il Giorno, e subito mi propose di andare a lavorare a La Voce. In quel momento ero alla redazione di MF (Milano Finanza, ndr) e mi occupavo di Borsa. Accettai subito, anche se dovetti rientrare a Roma. In seguito, Montanelli scrisse la prefazione al mio primo libro, Berlusconi sul sofà, e non aveva mai scritto per nessuno. Ho imparato tutto da lui anche se poi, nel mio cammino, ci sono stati tanti altri punti di riferimento. 

Può raccontarci qualche aneddoto curioso su Montanelli?

Direi che quello principale riguarda il cibo. Montanelli non amava mangiare: spiluccava, ma non faceva mai un pasto completo. Mi invitava spesso a pranzo a Milano e io lo facevo ridere. Con me mangiava, soprattutto fagioli e un po' di verdura: diceva che lo distraevo e che la mia allegria era vitale. Quando mi recavo a Milano per le riunioni di redazione andavo sempre a pranzo con lui. Era abitudinario e gli piaceva recarsi nella solita trattoria toscana. Un giorno gli chiesi di cambiare. “Decidi tu”, mi disse. Andammo a cena al Palace e, anche quella volta, lui mangiò tutto. Ho una memoria bellissima di quella cena, in cui lui mi diede molti consigli sul mio mestiere. “Non mollare mai la ricerca della notizia. Non dare mai del tu ai politici o agli imprenditori. Tu resti il giornalista, che deve mantenere la 'giusta distanza' dai cosiddetti potenti!”.

C’è qualche altro personaggio, tra quelli che ha incontrato professionalmente, che ricorda più volentieri di altri o che le hanno trasmesso valori importanti per la sua carriera?

L'altra persona che ha contato tanto, nella mia vita, è Cesare Romiti, l’ex presidente e amministratore delegato della Fiat. Lo avevo intervistato a margine di un’assemblea di Confindustria e, da quel momento, iniziai a seguire la Fiat e anche lui. Nel tempo diventammo amici. Quando nacque mia figlia Gaia, il 3 novembre 1997, fu il primo a chiamarmi, mandandomi i fiori in clinica. Ma non ci siamo mai dati del tu. La sua morte ha creato in me un vuoto profondo. Era – e lo dice la storia – un uomo straordinario!

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La sua esperienza televisiva include sia canali commerciali come TMC,  LA7 e Canale 5, sia una lunghissima esperienza in RAI. Quali sono, a suo avviso, le maggiori differenze tra televisione privata e televisione pubblica? Di cosa deve tener conto, un conduttore televisivo, nelle due realtà?

Il conduttore deve essere super partes: mai far capire come vota o come la pensa. Deve rispettare il pubblico ed entrare in empatia con i telespettatori. Bisogna entrare in punta di piedi nelle case degli italiani e io mi attengo da sempre a questa regola, con una aggiunta: ho perennemente il sorriso sulle labbra. 

A livello giornalistico si è occupata molto delle donne ma anche di viaggi, economia e finanza. C’è un argomento che predilige?

Non ho preferenze. Il bravo giornalista deve saper fare tutto. Conoscere tutti i colori della cronaca e attualità è la cosa più bella del nostro mestiere.

Cosa ci può dire, invece, in merito alla sua attività di scrittrice?

Ho scritto tanti libri e adesso ne sto preparando uno sull'economia da spiegare ai ragazzi. Sarà un volume divulgativo, su cui punto molto. Nel mio profondo, sono rimasta una giornalista economica. I primi giornali della mattina sono MF e Il Sole 24 ore, poi tutto il resto. 

Dopo il successo della scorsa stagione, dal 12 settembre è tornata alla conduzione di Unomattina in famiglia, su RAI1, al fianco di Tiberio Timperi. Come ha vissuto, nella scorsa stagione, questo passaggio dal giornalismo d’assalto alla conduzione “formato famiglia”?

Molto serenamente, perché Unomattina in famiglia è il programma dove volevo approdare come conduttrice, da sempre. Per i due anni precedenti avevo avuto una presenza nel cast fisso e la promozione mi ha entusiasmato tanto. Sono a 'casa' mia e ho un rapporto bellissimo con il pubblico. Sui miei social sono in tanti a scrivermi, e io rispondo praticamente a tutti.

Il bilancio della prima stagione è stato molto positivo. Insieme a Timperi, avete in mente di apportare qualche cambiamento per l’anno in corso?

Squadra che vince non si cambia! Il programma avrà rubriche nuove: una in particolare, sui genitori e figli, sarà mia, ma avremo anche tanti ospiti e una finestra aperta sull'attualità. Tiberio è un grande professionista e ci rispettiamo molto. Avere accanto una persona come lui fa davvero la differenza!

In copertina: Monica Setta
immagini per gentile concessione dell’intervistata

 

 

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